martedì 25 gennaio 2011

Costituzione repubblica italiana, art. 4

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

lunedì 17 gennaio 2011

"Io non mi sento italiano" di Giorgio Gaber

Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente non è per colpa mia
ma questa nostra Patria non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli che sia una bella idea
ma temo che diventi una brutta poesia.
Mi scusi Presidente non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori non voglio giudicare
i nostri non lo sanno o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente se arrivo all'impudenza
di dire che non sento alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque questa democrazia
che a farle i complimenti ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese pieno di poesia
ha tante pretese ma nel nostro mondo occidentale è la periferia.
Mi scusi Presidente ma questo nostro Stato
che voi rappresentate mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro agli occhi della gente
che è tutto calcolato e non funziona niente.
Sarà che gli italiani per lunga tradizione
son troppo appassionati di ogni discussione.
Persino in parlamento c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente dovete convenire
che i limiti che abbiamo ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo spaghetti e mandolini.
Allora qui m'incazzo son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia cos'è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese forse è poco saggio
ha le idee confuse ma se fossi nato in altri luoghi poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia" c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa facciamo anche l'Italia.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo per fortuna per fortuna lo sono.

martedì 4 gennaio 2011

"Naufragi" di Erri De Luca

Nei canali di Otranto e Sicilia
migratori senz'ali, contadini di Africa e di oriente
affogano nel cavo delle onde.
Un viaggio su dieci s'impiglia sul fondo,
il pacco dei semi si sparge nel solco
scavato dall'ancora e non dall'aratro.
La terraferma Italia è terrachiusa.
Li lasciamo annegare per negare.

(tratto da Opera sull'acqua)

lunedì 3 gennaio 2011

"Il Monumento"

Il nemico non è, no non è oltre la tua frontiera;
il nemico non è, no non è oltre la tua trincea;
il nemico è qui tra noi,
mangia come noi,
parla come noi,
dorme come noi,
pensa come noi
ma è diverso da noi.
Il nemico è chi sfrutta il lavoro e la vita del suo fratello;
il nemico è chi ruba il pane, il pane e la fatica del suo compagno;
il nemico è colui che vuole il monumento per le vittime da lui volute
e ruba il pane per fare altri cannoni
e non fa le scuole e non fa gli ospedali per pagare i generali,
quei generali, quei generali per un'altra guerra...

("Il monumento" di Enzo Jannacci tratto da una poesia di Bertolt Brecht)