martedì 5 aprile 2011

Costituzione repubblica italiana, art. 35

"La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero"
[Art. 35, Costituzione repubblica italiana, 1 gennaio 1948)

Quest'ultima parte dell’articolo 35 mi sembra da un lato straordinariamente attuale ma al contempo bisognosa di essere resa viva e concreta proprio nei giorni in cui continua purtroppo a trionfare la sterile retorica - con fini squisitamente elettorali - che tende a distinguere tra migranti di serie A (“richiedenti asilo”) e migranti di serie B (“clandestini”).
A parte il fatto che fino allo scorso anno dai nostri porti e dalle nostre coste si rimandavano indietro (nelle mani di aguzzini libici) proprio quelle persone che oggi governo e mass media inseriscono nella categoria dei richiedenti asilo.
A parte il fatto che i respingimenti di massa, proprio perché di massa, non consentivano e non consentono di analizzare e verificare ciascun singolo caso come previsto e richiesto dalla legislazione internazionale, europea e italiana.
A parte il fatto che molti politici (e giornalisti) dovrebbero astenersi dall'assurgersi al ruolo di giudici o peggio di inquisitori rispetto ad altri esseri umani ed imparare invece a farsi compagni di strada uscendo dalle roccaforti da cui sono soliti pontificare.
A parte tutto questo, perché mai lo Stato Italiano “riconosce la libertà di emigrazione e tutela il lavoro italiano all'estero” e non dovrebbe riconoscere anche il viceversa? Non solo questa sembra essere una grandissima ipocrisia ma anche una grandissima ingiustizia, un tentativo di arroccarsi dei diritti che, non venendo riconosciuti come universali, finiscono per diventare dei privilegi per pochi e come tali sempre detestabili. Mentre un giorno a me piacerebbe leggere che lo Stato Italiano “riconosce la libertà di immigrazione e tutela il lavoro degli stranieri in Italia”

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